Giovedì 16 marzo, dalle ore 12 alle ore 14 circa, si sono svolti in centro storico a Bolzano due presidi antimilitaristi contro l’esercitazione militare internazionale Volpe Bianca 2023 (oltre ai soldati italiani, presenti anche militari francesi e degli Stati Uniti) in corso sulle Dolomiti. Esercitazioni che sono a tutti gli effetti dei “giochi di guerra” in vista di un futuro in cui la forza militare sarà sempre più decisiva per la difesa degli interessi materiali dei padroni. Diversi interventi al microfono e alcune centinaia di volantini sono stati distribuiti ai passanti. Numerosi incontri e scambi di idee con cittadini e cittadine solidali.
Una tappa di avvicinamento alla Critical mass promossa dall’Assemblea cittadina contro le guerre e il disarmo che si è tenuta in città sabato 18 marzo con partenza alle ore 15 da piazzetta Marcella Casagrande.
Un contributo per rompere l’inerzia con cui il Governo italiano ed i suoi alleati occidentali ci stanno conducendo verso il disastro e per ricordare come nessuna unità nazionale sia accettabile per sostenere i progetti di guerra e sfruttamento della borghesia. Nessuna unità di interesse ci può essere fra chi promuove le guerre e chi è costretto a subirle, combattendole, morendo o impoverendosi. A tal riguardo facciamo nostra la posizione del sindacalista socialista americano Eugene Debs, il quale durante un comizio antimilitarista del giugno 1918 così si espresse contro l’intervento statunitense nella Grande guerra:
“I baroni feudali del Medioevo, i predecessori dei capitalisti dei nostri giorni, hanno dichiarato tutte le guerre. E i loro servi miserabili hanno combattuto tutte le battaglie. Ai poveri, ai servi ignoranti era stato insegnato a riverire i loro padroni, a credere che quando i loro padroni dichiaravano guerra gli uni agli altri, era loro dovere patriottico cadere gli uni sugli altri e tagliarsi la gola a vicenda per il profitto e la gloria dei signori e dei baroni che, allo stesso tempo, li disprezzavano. E questa, in poche parole, è la guerra. La classe dominante ha sempre dichiarato le guerre; la classe subordinata ha sempre combattuto le battaglie. La classe dominante ha avuto tutto da guadagnare e niente da perdere, mentre la classe subordinata non ha avuto niente da guadagnare, ma tutto da perdere, specialmente le loro vite”.
Debs pagò la sua posizione con l’arresto e la condanna a dieci anni di reclusione per avere ostacolato il reclutamento coatto di giovani vite da gettare nel tritacarne delle trincee nella prima guerra mondiale.
Nel volantino diffuso, dal titolo “Sulle Dolomiti si prepara la guerra di domani” si legge:
Dal 6 al 17 marzo sulle montagne della Val Pusteria e Alta Val Badia, del Cadore (Belluno), con un’appendice in Sardegna, si è svolta l’esercitazione militare internazionale Volpe Bianca 2023, nel corso della quale sono stati impegnati più di 1500 Alpini delle Brigate Julia e Taurinense oltre che del Centro Addestramento Alpino, una compagnia del battaglione San Marco della Marina Militare, militari della 173^ Airborne Brigade statunitense e della 27^ Brigade d’Infanterie de Montagne francese, oltre che velivoli e unità di Esercito ed Aeronautica.
Secondo quanto dichiarato dal generale Ignazio Gamba queste esercitazioni dovrebbero: “addestrare i militari al combattimento in montagna e aree caratterizzate da climi rigidi, il cosiddetto Mountain Warfare, che mira a saper sfruttare e trasformare in un proprio vantaggio le difficoltà dei terreni montani ed artici”. Di conseguenza, per il militare, le truppe alpine diventerebbero: “una risorsa su cui investire per sviluppare uno strumento sempre più rispondente alle condizioni imposte dagli odierni e futuri scenari geostrategici”. Tradotto significa che viviamo tempi in cui i militari saranno sempre più utilizzati. Questa manovra segue l’esercitazione Vertigo 2022 svoltasi 5 mesi fa nell’area di Merano 2000 ed il convegno “Artico il nuovo grande gioco mondiale” organizzato dall’Esercito e altri istituti di ricerca il 3 ottobre scorso a Castel Mareccio a Bolzano.
Lo scioglimento dei ghiacci del circolo polare artico e la competizione internazionale per lo sfruttamento delle sue risorse naturali così come la guerra in Ucraina aprono scenari in cui la potenza militare avrà un ruolo sempre più importante nell’imporre le politiche predatorie del capitalismo e gli interessi della borghesia. I militari italiani sono infatti presenti in numerosi paesi africani e del Medio Oriente, ridotti a colonie. Nell’Europa dell’est invece sono almeno 1500 i soldati italiani schierati sotto le direttive NATO e pronti alla guerra con la Russia.
L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha innescato una generale corsa al riarmo in cui tutte le principali forze politiche – dal Partito Democratico a Lega e Fratelli d’Italia – hanno imposto un drastico aumento della spesa militare, da 25 ai circa 40 miliardi di euro annui, a danno di istruzione e sanità. Per l’apparato militare-industriale e quindi aziende come Iveco Defence Vehicles, con sede a Bolzano, Finmeccanica oppure Rheinmetall in Germania, la guerra e la crescita delle tensioni politico-militari fra le principali potenze rappresenta un’incredibile opportunità per fare profitti e distribuire dividendi ai propri azionisti. Business as usual, sulla pelle dei proletari ucraini, russi e di tutto il mondo.
Viviamo tempi di guerra. Le esercitazioni militari nella Provincia di Bolzano così come la presenza in città di uno stabilimento industriale come Iveco DV, in affari con gli Eserciti impegnati nel conflitto in Ucraina e in altre parti del mondo, ci dimostra che la guerra inizia anche qui.
FERMIAMO LE ESERCITAZIONI MILITARI!
NON LASCIAMO IN PACE CHI VIVE DI GUERRA!
Oltre il ponte